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Alla Montecatini dal 1970 alla chiusura degli stabilimenti come segretaria.

Com’erano organizzati i reparti e gli uffici della Montecatini?

Come tutte le grandi aziende la struttura era molto articolata. C’era il reparto Fonderia dove si facevano le fusioni di acciaio in forni ad alta temperatura, effettuate da operai fonditori e animisti. Collegato alla fonderia c’era il reparto Modellisti dove si creavano gli stampi. Il reparto più grande era la Caldareria, quello con più personale addetto: calderari, addetti muletti, parco lamiere e montaggio, tracciatori, addetti decapaggio e saldatori. Nel reparto Officina meccanica lavoravano tornitori, fresatori, aggiustatori e attrezzisti, mentre il reparto Valvolame era dedicato alla costruzione di valvole e rubinetterie per le raffinerie. Poi c’era il reparto Manutenzione e impianti per la manutenzione di reparti e uffici, con elettricisti, muratori, idraulici, addetti emergenza incendi. Quindi c’era il reparto Spedizioni, che provvedeva alla spedizione dei lavori terminati attraverso navi, treni, corrieri. I trasporti con corrieri TIR erano sempre considerati ‘eccezionali’ con tanto di polizia stradale che scortava il mezzo.

Anche gli uffici erano tanti. Tra quelli tecnici c’erano gli uffici Preventivi, Progettazione impianti, Acquisti, Tempi e Metodi, Programmazione, Collaudo e rottura provette, Archivio disegni e Disegnatori, dotato di 12 tecnigrafi, e il Laboratorio Chimico per l’analisi dei materiali. Gli uffici amministrativi erano Direzione, Segreteria, Magazzino e pesatura, Centralino e posta, Amministrazione contabilità e cassa, Mano d’opera e personale. Infine c’era il C.E.D., il Centro Elaborazione Dati. C’era inoltre una biblioteca dove si potevano prendere in prestito i libri e una mensa interna con cuoco e aiuti. C’erano docce, spogliatoi e l’infermeria, dove c’era un’infermiera diplomata che dava i primi soccorsi in caso di piccoli infortuni. C’era anche un medico esterno che saltuariamente veniva in fabbrica a prestare consulenze. Tutte le guardie giurate, il portiere diurno, il fattorino portavalori e l’autista di fabbrica erano dotati di divisa.

Come erano strutturate le attività extra lavorative?

All’interno c’erano diversi gruppi, come il gruppo Giovani, il gruppo Anziani e Anzianissimi, a cui apparteneva chi aveva prestato servizio per 25 o 35 anni, 30 per le donne. C’era anche un importante Gruppo AVIS e quello degli Ex combattenti e reduci. Era presente il Dopolavoro aziendale, da cui dipendeva l’organizzazione di varie attività in favore dei dipendenti, come lo spaccio e le gite aziendali, la gestione delle cabine e degli ombrelloni in spiaggia riservati ai lavoratori della Montecatini. Il Dopolavoro organizzava anche le gare cicloturistiche e il torneo di calcio Enti Cittadini Pesaro, vinto più di una volta dalla squadra della Montecatini.

Ogni Natale nella sala mensa si organizzava una gara di briscola a coppie con premi finali. Negli ultimi anni la briscola è stata sostituita con una tombola a premi. Tutti i familiari erano invitati. Anche durante la festa dei lavoratori del Primo maggio lo stabilimento si apriva ai dipendenti e ai familiari che lo volevano visitare. Nella sala mensa si premiavano i dipendenti Anziani e Anzianissimi, con premi e diplomi. Gli anzianissimi ricevevano anche un orologio d’oro con inciso il proprio nome. C’erano poi le colonie per i figli dei dipendenti a Saltino di Vallombrosa, una località montana in provincia di Firenze. I dipendenti con figli che studiavano percepivano un sussidio e per gli studenti più meritevoli che frequentavano le scuole medie, superiori e l’università, erano previste borse di studio.

Foto: Squadra di calcio Montecatini Pesaro, 1961 – Fondo Luciano Rossi